mardi 30 avril 2013

Les intemporels

Una foto che sembra bagnata dalla luce di altri tempi.


Potrebbe essere Maman da piccola, o lo zio Joey, entrambi avevano la stessa maglietta, e queste scarpe di tela blu, e gli stessi capelli.
Addirittura potrebbe essere il Nonno, detto l'Avvocatissimo, che purtroppo non ho conosciuto, ma di cui dicono che sono la copia spiccicata.
E invece sono io, Mini, nella Paris d'aujourd'hui. 





Di solito è facile datare le foto, soprattutto quelle dei blog di moda, a seconda dei vestiti indossati; provateci e vedrete, il margine di errore è al massimo di una stagione.
Ma basta una maglietta da marinaretto ( e un ritocchino per dare una patina antica alle foto), et voilà, les pistes sont brouillées.
A Maman piace giocare a vestirmi con abiti intemporali, che avrebbe potuto indossare anche lei da bambina: marinières, vestiti in sangallo, bluse a punto smock, cardigan in lana tricot...
Bisogna dire che Gioiuzza ama i grandi classici dell'abbigliamento, salvo poi sovvertirne spudoratamente i codici, e riderci su.
Insomma, come avrete capito, Gioiuzza non è Ines de la Fressange.
Però ha un armadio pieno di pièces intemporels, che colleziona nel corso degli anni e dei viaggi, e che si diverte a mixare in maniera improbabile.


E voi, quali sono i vostri intemporels?

lundi 29 avril 2013

Déjeuner sur l'herbe

Giovedì, che poi era il 25 aprile ma da noi non è festivo, faceva caldissimo, 23 gradi, che per i parigini significa piena estate. Così io, Gioiuzza, Chéri e Christelle abbiamo deciso di fare un pique-nique.
Si, un pique-nique, perché, nonostante ci troviamo a meno di tre ore di Eurostar (il treno che attraversa la Manica) da Londra, gli anglicismi qui da noi non hanno vita facile. Tanto da indurre Alain Joyandet, l'allora "secrétaire d’État chargé de la Coopération et de la Francophonie" (e già l'esistenza di un tale ministero la dice lunga) a bandire un concorso, Francomot, per sostituire gli incriminati anglicismi con dei ruspanti termini nostrani.
Così nel mondo di Mini un computer è un ordinateur, l'hard disk è un disque dur, il mouse è una souris,  e il software diventa un logiciel, logico, no?
Se volete portarmi a fare shopping, che tanto siamo tutti schiavi del marketing -ooops du marchandisage, pardon- invitatemi pure per un pomeriggio di magasinage, sarò dei vostri. E se cercate di fare un check in all'aereoporto di Paris, seguite il cartello enregistrement, e non perderete l'aereo.
Ma torniamo al nostro Déjeuner sur l'herbe.
Maman ha tirato fuori il cestino di vimimi (lo potete vedere in foto) comprato in un mercato in Provenza, di cui era tanto fiera, prima che le amiche le dicessero di averne comprati di uguali, ma proprio uguali, alle Mauriutius o addirittura da Oysho, maxicatena spagnola presente in tutti i centri commerciali d'Italia e non. 
Comunque il segnale era dato: square Villemin j'arrive, ambiance Coachella garantita. Uffa Gioiuzza, ma non hai ascoltato il Ministro? niente Coachella, al massimo, solo quando e SE avrai dato prova di nobili sentimenti patriottici, guadagnerai une place (e non un ticket) per il nostrano Rock en Seine, proprio qui dietro l'angolo. A km zero quindi, e anche ecosostenibile, il che non guasta.



Questa, come ben sapete, sono io. 
Queste sono le corte gambe di Gioiuzza, in uno dei rari momenti di relax, infatti di solito mi corre sempre dietro con quella sua macchina fotografica, che se un giorno potesse farsela trapiantare nella cornea lo farebbe sicuro, clic uno sbattere di palpebra e hai scattato, comodo, no? 



Questo invece è il braccio di Christelle, mentre mi imbocca con un pomodorino ciliegia, una delle mie passioni sluuurp. 
Come vi sto facendo vedere gli altri partecipanti al pique-nique solo a pezzi? no, non ci ho pensato ad una futura carriera da Jack (lo squartatore). Dai, magari un giorno ve li faccio vedere interi.



Ma pensiamo al menu. Almeno su questo punto, Gioiuzza si è dimostrata molto francese: baguette e camembert, pomodorini ciliegia, fraises gariguettes e tartellettes au citron e alla framboise comprate dal boulanger sotto casa.
Ogni tanto, ma quando vuole proprio esagerare, prepara una quiche, o del taboulé, tanto a gennaio (predivente la mia Gioiuzza eh? sapeva che prima o poi le sarebbero tornati utili) ha fatto rifornimento da Hema di tutte le vettovaglie necessarie, dai bellissimi colori un po' aciduli, come potete vedere in foto.



E voi avete qualche ricetta speciale pique-nique da consigliare a Maman (veggie se possibile, perché a casa non mangiamo carne). Altrimenti, sento che, di qua alla fine dell'estate, mi trasformerò in un camembert gigante.

dimanche 28 avril 2013

Le scarpe con gli occhi

Nouvelles godasses.
Alzi la mano chi non ha avuto un paio di "scarpe con gli occhi" da bambino. ;-)



Vi auguro una buona fine di week-end con questa canzone di Olivia Ruiz che ha il sapore della gioia d'antan, di un lungo giro in giostra e dello zucchero filato dei luna park di provincia.

vendredi 26 avril 2013

Les années folles

Ecco un altro dei libri che io e Maman abbiamo comprato la settimana scorsa alla Fnac. La mode des années 1920, aux éditions Usborne.
Dovete sapere che Gioiuzza è folle "des années folles", passatemi il gioco di parole. 
Infatti, oltre a sfoggiare con grande nonchalance la sua collezione di bandeau anche di giorno (non proprio facilissimo, dovete ammetterlo) ha un armadio straripante di abiti charleston a frange e piume.
Inizialmente, Maman aveva preso questo libro per me, perché ci sono ben 200 adesivi per vestire le bamboline. Almeno, diceva così, ma forse era solo un pretesto per comprarlo: infatti, una volta passata la soglia fatidica delle casse della Fnac con il trofeo in mano anzi in borsa, sembra aver cambiato idea, la cattivona.
Adesso dice che non me lo farà toccare prima dei miei otto anni, e che forse addirittura me lo consegnerà alla maggiore età insieme alle chiavi della macchina.




Quindi per il momento accontentiamoci di sfogliarlo insieme, accompagnando le "jolies garcçonnes", le fanciulle alla moda dell'epoca, al club de jazz, alle corse automobilistiche o a fare shopping a Paris.



Ed ecco qualcuno degli adesivi, che rendono alla perfezione i dettagli delle silhouettes di quegli anni: i tessuti preziosi, le linee fluide, le broderies di ispirazione egiziana, gli accessori come i bandeau, le piccole borse a piume o frange e le lunghe collane di perle a più giri che si muovevano al ritmo della danza.
Insomma, abbastanza da farci venire voglia di trasformarci tutte in Zelda Fitzgerald: ma, qualora non fosse possibile, possiamo sempre riprendere in mano Il grande Gatsby, e lanciarci in un charleston indiavolato.



Vi lascio con una storia un po' speciale: il giorno prima che nascessi io, Gioiuzza si recò a vedere Midnight in Paris di Woody Allen, appena uscito in sala (aveva capito, la furbona, che dopo la mia nascita sarebbe stato impossibile recarsi al cine), e fu incantata dalla bellezza di Marion Cotillard e dei suoi abiti di scena. Bravo al costumista!

jeudi 25 avril 2013

Natura morta

Che ne dite di questa tenuta estiva scelta per me da Maman? 
Io la trovo chic e vagamente retro, e il cappello poi... già mi vedo vestita così in crociera o in riva al mare, in un'isoletta dell'Egeo per esempio... si si la partenza per la Grecia si avvicina, questa volta speriamo bene. Incrociate le dita per me.



Ecco un dettaglio delle derbies. Non sono adorabili?



Vestito, scarpe, cappello Monoprix

mercredi 24 avril 2013

Vita da Play Mobil

Qualche giorno fa, vi avevo parlato di Play, l'amico berlinese di Gioiuzza.
Eccolo, ve lo presento in una foto portrait fattagli da Maman.


Pronti a seguirlo in una qualunque giornata berlinese?
Foto di attimi quotidiani, tipo prendere la metro, comprare la baguette... Come, non c'è la baguette a Berlino, che state dicendo?
Eccolo che esce di casa, ops dall'hôtel, pronto per una giornata con Gioiuzza (si, vi assicuro che può essere faticosa, un'intera giornata con Maman).


Solita routine cittadina: prende la metro, eccolo nelle scale mobili.


Scende alla fermata Friedrichstrasse e prosegue a piedi.


Semaforo verde, attraversa la strada.


Una piccola pausa al Sony Center.


E poi di nuovo in cammino, fino alla fermata del tram che lo porterà alla stazione.


Ed infine eccolo a Hauptbahnhof, la bellissima stazione centrale di Berlino.


Insomma una giornata "appassionante", al ritmo dall'adagio parigino "métro, boulot, dodo". Un'espressione nata negli anni '50 per criticare la monotonia della vita quotidiana moderna, che, ogni giorno uguale a sé stessa, conduce all'alienazione. No, non l'ha detto Gioiuzza, è un'idea che Henri Lefebvre espone dettagliatamente (beh si, ben tre volumi!)  nella sua Critique della vie quotidienne.
Ma Gioiuzza non è d'accordo (ma chi sei tu Gioiuzza per dissentire dall'eminentissimo Lefebvre?). 
Lei sostiene che si può fare del quotidiano un luogo magico, "parsemé de merveilles" (Michel de Certeau, L'Invention du Quotidien). 
Gioiuzza insomma sta dall'altro lato della forza (ehi che forza Star wars eh?). Per lei la vita di tutti i giorni è uno spazio incantato, disseminato di émerveillement  e di minuscoli piaceri, dipende solo da come la si guarda (se poi lo si fa attraverso un obiettivo fotografico è ancora meglio).
Poi da quando ci sono io, Mini, il mondo è ancora più bello e pieno di scoperte da fare, sensazioni, sapori, colori e immagini che ti defilano davanti agli occhi come una danza incessante.
Ed è questa visione incantata del mondo, questo stupore continuo che già condivido ogni giorno con Maman, che vorrei condividere anche con voi attraverso questo blog e le foto della mia Gioiuzza. Chissà se ci riesco almeno un po'...

E, per ritornare al nostro amico Play, sapete cosa ha fatto appena è arrivato nella Ville Lumière?
Si è fatto fidanzato con una fanciulla incontrata in un vide-grenier sotto casa.
Falling in love, è il caso di dirlo.

mardi 23 avril 2013

La Grande Moschea di Parigi

Dove andiamo oggi? indovinate un po'...
Vi sembra di vedere un minareto? beh si, non avete torto, ma siamo sempre a Paris.
Dovete sapere infatti che a Paris ci sono diverse moschee. 
Oltre alla Grande Moschea, non lontano dall'Istituto del Mondo Arabo, c'è la Moschea Adboulmajid nel XVIII arrondissement, il quartiere della Goutte d'Or, che ultimamente è stato al centro dell'opera fotografica di Martin Parr. 
E c'è perfino, ben nascosta  e segreta dietro un portone anonimo, una moschea a due passi da casa mia, la Moschea El Fatih. Il quartiere dove abito infatti è bellissimo durante il periodo del Ramadan, quando dopo il tramonto si anima di venditori ambulanti di chorba e pâtisseries orientali.
Oggi vi porto al ristorante della Grande Moschea, dove sono stata con Maman e lo zio Joey.






Questo è l'esterno del ristorante, poco promettente, lo ammetto.



Ma seguitemi dentro, attraverso un cortile ricco di giardini e fontane, guidati dal cinguettio degli uccellini che volano liberi. Prendiamo posto in uno dei saloni in stile orientale, un decoro da mille e una notte.




Arriva il menu: lo zio Joey sceglie una tajine al pollo; Gioiuzza avrebbe voluto un couscous alle verdure, ma purtroppo è un po' tardi, e il couscous è terminato.



Così, con il fair play e l'eleganza che la contraddistinguono in queste occasioni, Maman rinuncia all'agognato couscous e inganna il tempo spiluccando divorando i limoni canditi nel piatto dello zio Joey, in attesa di buttarsi sul vassoio delle pasticcerie orientali servito con il thé.
Ecco finalmente il the alla menta, caldo, zuccherato e profumatissimo.




Ed ecco, come oasi nel deserto, le pâtisseries orientales. 
Gioiuzza sceglie, fra le altre (sei in tutto! "ma erano piccole, MIni"), un kaab el ghzal, un corno di gazzella, tipico della cucina marocchina.
Appena lo addenta, ecco che una nuvola di zucchero le ricopre il viso e i vestiti. 
E voi, riuscite a mangiare un corno di gazzella senza perdere il vostro aplomb?



dimanche 21 avril 2013

Gelato alla fragola

Lo scorso week-end a Paris è improvvisamente scoppiata la primavera, per poco purtroppo, perché adesso fa di nuovo freddo.
Io e Maman abbiamo fatto un pic-nic nello square lungo il Canal Saint Martin, ed io ho potuto giocare nell'erba e correre a piedi nudi. 
Ne approfitto per farvi vedere come mi sta la tunichetta di Bensimon per Monoprix che, come vi avevo raccontato qui, è uno dei miei ultimi acquisti.
Maman dice che mi trova appetitosa come un enorme gelato alla fragola, e che mi mangerebbe di baci.



Ecco un dettaglio della broderie. 
Il colore della tunichetta tende piuttosto al ciclamino, le ultime foto sono più fedeli perché le prime sono un po' sovraesposte, c'era molto sole quel pomeriggio.
Quindi sorbetto al lampone piuttosto che alla fragola, ma è buono lo stesso.
E voi, che gusto di gelato preferite?



PS) mi avete chiesto cosa sto facendo in queste foto? se vi avvicinate ve lo dico all'orecchio. Più vicino, ancora un po': sto danzando... la Mickey Danse.

Minichic indossa: top Bensimon per Monoprix, shorts in jeans Monoprix, scarpe André per la Halle aux Chaussures

vendredi 19 avril 2013

Play Mobil

Eccomi di nuovo qui per farvi vedere uno dei libri che ho comprato ieri.
Dovete sapere che Gioiuzza e anche Chéri (sto per infliggere un colpo basso alla sua reputazione di persona seria) sono da sempre "caldi estimatori" dei Play Mobil.
Figuratevi che Gioiuzza, l'anno prima che nascessi io, trovandosi in viaggio a Berlino acquistò un Play Mobil d'occasione per 50 cent in uno dei numerosi mercatini delle pulci. Il nuovo arrivato fu affettuosamente ribattezzato Play, e divenne il bersaglio preferito della Canon di Gioiuzza durante il soggiorno berlinese, con grande disperazione della Nonna, costretta ad aspettare gli scatti di Gioiuzza. Perché quando Gioiuzza scatta, anzi mitraglia, è una cosa seria, e può volerci anche molto tempo... Magari la prossima volta vi faccio vedere le foto di Play a Berlino.
Così questo inverno Gioiuzza è stata letteralmente folgorata dalla scoperta di Richard Unglik.
Chi è Richard Unglik? un tipo assolutamente geniale (dixit Gioiuzza) che rivisita attraverso i Play Mobil i capolavori dell'arte classica e moderna e della fotografia.


Così io, Gioiuzza e Chèri ci siamo recati al vernissage all'hôtel Glasgow-Monceau.
Ecco una piccola selezione fatta per voi da Gioiuzza.
Non potevano mancare gli iconici Beatles che attraversano il famoso passaggio zebrato di Abbey Road: questa foto sarebbe perfetta per dare un tocco pop e british al nostro salone parigino.



E che ne dite di questa rivisitazione del famoso affresco della Cappella Sistina per la camera da letto? in fondo in camera da letto un soggetto religioso ci sta, no?


E lui, il doc Sigmund Freud, non starebbe benissimo sopra la dormeuse nel bureau del Nonno?
No Gioiuzza, temo che il Nonno, come si può dedurre qui, abbia gusti, come dire?, ehhhhm un po' più classici.



E James Bond, e Che Guevara, e Van Gogh... Insomma Gioiuzza li avrebbe voluti proprio tutti, ma purtroppo in quella occasione, avendo da poco smesso di lavorare per occuparsi di me, si trovava a corto di quattrini.
Ma per fortuna ieri alla Fnac ci siamo imbattute in questo libro, che racchiude, fra le altre meraviglie, alcune delle foto esposte al vernissage. 



Sfogliamolo un po' insieme, pronti per un giro del mondo con Richard Unglik e i suoi Play Mobil?
Cominciamo da Paris, la mia città: la Gioconda, la Tour Eiffel, il french can can e Karl Lagerfeld. 



Qualche pagina dopo, eccoci nel paese del Sol Levante.


Una tappa negli Stati Uniti, Gioiuzza in estasi davanti a questa interpretazione della famosissima foto di Charles Clyde Ebbets, Lunchtime atop a skycraper.


Che ne dite? vi è piaciuto questo libro?
Domani se vi va vi faccio vedere le foto scattate da Maman a Berlino, che è proprio la patria dei Play Mobil. 
Buonanotte, la vostra Mini.

New entries

Ieri sono andata alla Fnac con Maman, e ne siamo venute fuori con qualche regalino anche per me.
Beh no, il libro che vedete sopra la pila, quello è di Maman, però mi piace tanto la copertina, sembra un enorme cono gelato.
Ve ne riparlo al più presto, adesso vado a fare un giretto con Gioiuzza.
A stasera, la vostra Mini.

jeudi 18 avril 2013

Per caso

Dovete sapere che Gioiuzza in campo vestimentario è un'adepta del "per caso".
Dell'abbinamento improbabile, del dettaglio che stride. Leopardo e paillettes, felpa e stiletto assassino, why not?
Spesso l'effetto finale è un po' "ho indossato i primi vestiti che mi sono capitati sottomano".
Naturalmente lei risponderà che non è assolutamente così, che è tutto sapientemente studiato per ottenere quell'effetto nonchalante e falsamente negligente, e  aggiungerà che gli "addetti ai lavori" nelle maggiori capitali della moda si vestono esattamente come lei.
In seguito, se avrà l'impressione di non avervi completamente convinto, rivendicherà la sua libertà a indossare quello che le pare e piace, a seguire l'umore e l'ispirazione del momento, a giocare con la moda e i suoi codici. Insomma, un vero e proprio manifesto politico-vestimentario.
Certo quello che dice è un po' vero (ogni tanto ha un po' ragione anche lei) ma io sono convinta che ciò dipende soprattutto dal fatto che Gioiuzza, oltre a sbattersene alquanto del gudizio altrui, è pigra, pigrissima, e la teoria vestimentaria del "per caso" le fa guadagnare almeno 10 minuti di sonno prezioso al mattino.
Così, visto che per il momento mi veste lei (ma ancora per poco, ve lo assicuro, già dico la mia su quello che mi piace indossare o no), anche io spesso sono vestita un po' "per caso".
Vi faccio vedere qualcuno di questi look "in libertà", tanto me lo posso permettere, io sono sempre bella qualunque cosa indossi.



Nella foto qui sopra, il golfino dall'aria saggiamente retrò (no, vi rassicuro, non risale all'epoca dell'infanzia di Maman, anche se sembrerebbe) ritrova una nuova giovinezza sulla t-shirt a stampa college e sui jeggins leopardati. Questa volta veramente "per caso", il tutto è perfettamente coordinato al portone blu: la vostra Mini non ha ancora due anni, ma la sa già lunga sull'arte dello street shooting.


E a proposito di leopardato, ormai l'animal print e le righe vanno pubblicamente  a nozze, con buona pace dei benpensanti e degli integralisti dell'abbinamento a tutti i costi. 
In fondo, Mariage pour Tous è lo slogan del momento, n'est pas François? 
E naturalmente Gioiuzza e io siamo per il "politically correct".

Minichic indossa: foto 1 total look H&M; foto 2 cardigan Zara baby, marinière H&M, jeans Monoprix.

mercredi 17 avril 2013

Bole chudiyan

Oggi voglio parlarvi della collezione Bensimon per Monoprix.
Bensicosa? Monochi? sicuramente vi state chiedendo di cosa sto parlando.
Bensimon e Monoprix fanno ormai parte della vita quotidiana dei francesi.
Bensimon è La Basket di Tela, quella dei vostri anni collège (il collège corrisponde grossomodo alla scuola media italiana). L'equivalente transalpino delle Superga insomma. Alzi la mano chi non ha mai avuto almeno un paio di Bensimon (o di Superga, per gli italiani) in tela.
Monoprix è Il Supermercato. E non solo.
Oltre a poter vantare una linea di prodotti con un packaging degno di Andy Wahrol, Monoprix ha delle splendide collezioni di vestiti per donna, uomo e bambini e oggetti per la casa.
Vi do un consiglio: se vi trovate a Paris con prole al seguito e aspirate ad un relooking non troppo oneroso dei suddetti, fateci un giretto, non sarete delusi.
Ogni anno Monoprix lancia delle collaborazioni con vari stilisti, e questa volta è il turno di Bensimon.
In collaborazione con Creative Handicraft, un'associazione in favore delle donne delle bidonvilles di Bombay, Monoprix e Bensimon ci propongono una serie di vestiti per donna e bambino e di oggetti per la casa gioiosi e colorati, dalle suggestioni etniche.
Una collezione che ha un po' il sapore di un viaggio in India.
Naturalmente Gioiuzza non poteva lasciarsi scappare questa occasione per incrementare il guardaroba, già ben fornito, della sua Mini.
Indovinate un po' cosa ha scelto per me la mia Gioiuzza.



Non sono bellissimi? non vedo l'ora di farveli vedere indossati, magari con tanti braccialetti tintinnanti. Bole Chudiyan.
Vi lascio con un lassi al mango e il magnifico spettacolo di Bharati, Bole Chudiyan
A prestissimo, la vostra Mini.